La Nazione sera: A l'occasion de son exposition à la Galerie Spinetti, le critique de « La Nazione » écrit : « Dans la peinture de Alex De Hadeln...les thèmes s'entrecroisent et se fondent avec une fantaisie et une diversité déconcertante. Il ne s'agit pas de toiles...ayant un élément unique à communiquer : de la reproduction d'une réalité immédiatement identifiable l'on passe, presque sans solution de continuité à la création la plus libre, où l'on galope, à travers des ciels mémorables et des jardins enchantés, des prés de nuages, au risque de rencontrer de façon inattendue des personnages mythiques qui se trouvent là à l'aise dans une flore et une faune aux limites d'une fable coloriée. »...
Exposition
à la Galleria Spinetti, Florence
1957
« « Il suffit de regarder autour de soi » dit De Hadeln : mais probablement le secret n'est pas si simple et simpliste, comme elle voudrait le faire croire en souriant. Car on a la sensation que de tableau en tableau le désir de la recherche se multiplie ; comme si le pinceau à chaque fois refusait de suivre la route déjà parcourue. Ainsi, au lieu de parler de « périodes », comme il est d'usage, on aurait l'envie plutôt de parler de moments, d'instants, d'une suite, angoissée et inquiète d'état d'âme. » et pour conclure : « ...Ne sont pas non plus à sous-évaluer les trois exemples de sculptures, dans lesquelles la matière plastique acquiert des vibrations de chair et de sang ».
Nella pittura dî Alex di Alex De Hadeln (fate  attenzione, Alex sta per Alexandra, anzi, per Alexan-drine, come si legge in un diploma rilasciato all'artista dalla Società reale britannica degli scultori) i temi si incrociano e si risolvono con una fantasia e una varietà che ha dello sconcertante. Non si tratta di tele (e di acquarelli e di monotipi) che abbiano un elemento comunicativo unico: dalla riproduzione di una realtà immediatamente identificabile (certe vedute parinine, certi scorci fiorentini, certe respirate atmosfere casentinesi) si passa, quasi senza soluzione di continuità  all'estro più libero, dove si galoppa, attraverso cieli immemorabili e giardini incantati e prati di nuvole, a rischio di incontrarsi inaspettatamente con mitici personnagi che si trovano a loro perfetto agio in una fiora e in una fauna al limite della fiaba colorata,

« Basta guardarsi attorno per cogliere l'ispirazione », dice la De Hadeln: ma forse il segreto non è tanto semplice e tanto semplicistico, quanto la pittrice vorrebbe far credere sorridendo. Perché si ha la sensazione che di quadro in quadro (e non sono pochi quelli esposti alla galleria Spinetti) si  moltiplichi il desiderio della ricerca; quasi che di volta in volta il pennello si rifiutasse di continuare la stada già sfruttata. Cosi che invece di parlare di « periodi »,  come  si usa, vien voglia pîuttosto di parlare  di  momenti,  di attimi, di un susseguirsi, ansioso e irrequieto di stati d'animo.

Tutto ciõ, sia ben chiaro, senza mai cadere nella .stravaganza gratuita e nella curiosità epidermica.  Basterebbe a dimostrare il temperamento della De Hadeln la  grande tela in cui si moltiplicano i riflessi dell?Arno, sotto la passarella di Santa Trinita;  o anche, la visione tutta intonata al grigio, del castello di Poppi, nella quale lo stracciarsi di nubi pesanti e piovose si attenua al verde argento degli alberi.

Né, infine, vanno sottovalutati i tre esempi di scutura, nei quali la materia plastica acquista vibrazioni di carne e di sangue.

Questa molteplicità di interessi, di necessità epressive ha forse ancora bisogno di trovare un punto di coagulo: ma è certo che nella De Hadeln sono tutte le promesse a scoprire quello che sarà il punto di approdo preciso e decisivo.

P.
Nazione Sera
8 giugno 1957
Via degli Artisti
Alex De Hadeln


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